Fondazione Dignitas Curae

La risposta alla crisi della sanità: nuovi modelli funzionali e paradigmi di cura per ristabilire il rapporto di fiducia tra Servizio sanitario nazionale, malati e cittadini

Il contributo della Fondazione Dignitas Curae sintetizzato dal nostro Presidente

  1. Un numero crescente di italiani è alle prese con difficoltà economiche che si riflettono nell’accesso alle cure mediche soprattutto quando è necessario intervenire in tempi brevi. Come curarsi, dove ed a chi affidarsi sono preoccupazioni che alimentano malcontento e proteste. La “questione sanitaria” è diventata un’urgenza che non coinvolge soltanto il malato e gli addetti ai lavori, ma tutti i cittadini. A monte, si collocano le istituzioni e gli organi decisionali: sin dalla sua istituzione nel 1978, il Servizio Sanitario Nazionale ha garantito cure gratuite a tutti, a prescindere dalle condizioni sociali ed economiche, e la nostra organizzazione sanitaria è stata considerata un modello virtuoso in Europa e nel mondo.
  2. Purtroppo, negli ultimi anni è intervenuto un progressivo deterioramento dell’efficienza del “sistema salute” combinato alla perdita di sostenibilità economica ed all’incremento dei bisogni di assistenza sanitaria per una popolazione in fase di invecchiamento. Ad aggravare la situazione, c’è un altro fattore fondamentale nel contesto attuale: in un sistema sempre più orientato alla specializzazione esasperata, il modello di cura odierno si fonda su servizi sanitari frammentati e privi di continuità assistenziale. In sostanza, si cura la malattia non il malato e quest’ultimo subisce un circolo vizioso: prima deve far fronte alla difficoltà di accesso ai servizi sanitari in tempi adeguati, e poi si trova solo e privo di riferimenti. A sua volta, il curante non dispone di una visione d’insieme sicché la singola prestazione, per quanto appropriata, non è sufficiente, da sola, alla cura. Invece, le soluzioni proposte da più parti e con maggior frequenza si risolvono nel tentativo di affrontare talune criticità contingenti e più avvertite dalla popolazione come le lunghe liste di attesa, l’affollamento dei reparti di pronto soccorso, la scarsità dei presidi sanitari sul territorio o la fuga dei medici dal sistema pubblico verso il privato o verso l’estero. Si tratta di rimedi estemporanei che dovrebbero essere affiancati da soluzioni strutturali e durature come il cambio di paradigma complessivo nelle modalità di cura del paziente.
  3. Una iniziativa apprezzabile che dimostra una maggiore sensibilità delle istituzioni nei confronti di una radicale modifica della metodologia di cura è il tavolo tecnico istituito dal Ministro della Salute, Professor Orazio Schillaci. Ma di analoga importanza sul piano della condivisibilità è il riscontro positivo dei medici e degli operatori sanitari riscontrato in diverse realtà appartenenti ad aree territoriali diverse del Paese. In questo contesto, è sorta l’iniziativa della Fondazione di censire le numerose esperienze positive, diffuse su tutto il territorio nazionale, nonostante il dibattito mediatico tenda piuttosto ad enfatizzare gli esempi non edificanti del servizio pubblico. Tale ricognizione consentirà una vera e propria “alleanza delle buone pratiche” nella consapevolezza che senza lo sforzo, professionale e umano, degli addetti ai lavori la situazione del Servizio Sanitario Nazionale sarebbe da tempo fuori controllo.
  4. Perché deve essere cambiata la modalità di cura. L’esperienza di cura del cittadino è vissuta con difficoltà perché l’attuale presa in carico del paziente si risolve in un complesso di prestazioni isolate che egli deve organizzare in condizioni di disagio, dalla scelta dei professionisti e dei luoghi di cura fino ai tempi ed alle prenotazioni degli esami. In pratica, spesso si tratta di un percorso ad ostacoli soprattutto per le persone anziane e fragili perché scontano le difficoltà organizzative e l’assenza di un riferimento proficuo in chi deve curarli: generalmente, infatti, il medico di famiglia rinvia il paziente ad uno specialista, quest’ultimo dal radiologo e non sempre la sintesi è veloce e completa. A prescindere dalle colpe imputabili alla politica ed agli enti istituzionali preposti, la causa principale di questa situazione è riconducibile alla stessa logica della cura, anche alla luce dei progressi della medicina moderna. Sotto la spinta delle innovazioni scientifiche e tecnologiche (basti pensare all’avvento degli algoritmi e dell’intelligenza artificiale), quest’ultima è diventata sempre più specializzata ed ha portato a terapie sempre più analitiche per ogni malattia. Con l’effetto che la cura del problema sanitario nel suo complesso si è spostata sulle malattie e sulle singole prestazioni terapeutiche che, per quanto efficaci, affrontano solo una parte del problema di salute. Anche l’organizzazione dei servizi sanitari ha seguito questa tendenza sia all’interno degli ospedali, sia all’esterno sul territorio di riferimento ed in questo ultimo ambito la scarsità dei presidi ha aggravato la situazione in termini di accesso alle cure. Tale evoluzione ha determinato un ulteriore effetto negativo perché il malato è costretto a spostarsi da un luogo all’altro per trovare competenze adeguate e specialisti per le singole prestazioni.
  5. In sintesi, la crisi della sanità si sovrappone in larga misura alla crisi della modalità di cura dei malati ed è, quindi, da ricondurre all’organizzazione e alla gestione dei servizi sanitari. In questo contesto è stato concepito il Manifesto Dignitas Curae. Esso raccoglie un complesso di principi e valori ispirati ad un nuovo modello di cura in cui il malato, inteso come persona, è collocato al centro dell’organizzazione dei servizi sanitari. In base a diverse esperienze empiriche questo modo di curare i malati è più efficace ed efficiente rispetto al passato e, pertanto, è la risposta concreta alla crisi che stiamo vivendo. Non è questa la sede giusta per scendere nel dettaglio e per spiegare concretamente il nuovo paradigma di cura: per adesso, è sufficiente rilevare come esso sia stato già adottato proficuamente in alcuni presidi della sanità pubblica e privata. Il messaggio che si intende trasmettere è, dunque, la possibilità concreta di modificare il Servizio Sanitario Nazionale, preservandone l’universalità, il controllo della spesa e l’idoneità ad essere condiviso ed apprezzato dal malato e dalla sua famiglia.
  6. Il Manifesto Dignitas Curae, che riassume tale tesi, è stato presentato il 25 gennaio 2024 alla Camera dei Deputati ed ha stimolato un’ampia riflessione alla quale hanno partecipato (dopo aver aderito ai contenuti del Manifesto) il Segretario di Stato del Vaticano, Sua Eminenza Cardinal Pietro Parolin, il Presidente della Camera dei Deputati, On. Lorenzo Fontana, il Ministro della Sanità, Prof. Orazio Schillaci, ed il giurista Prof. Natalino Irti. La presentazione è stata moderata da Bruno Vespa ed i partecipanti sono stati numerosi e di alto prestigio istituzionale. In precedenza, peraltro, il Manifesto aveva già ricevuto l’adesione di Papa Francesco e del Presidente della Repubblica, Prof. Sergio Mattarella, il quale ha conferito un’alta onorificenza all’evento del 25 gennaio scorso.
  7. Gli eventi successivi alla presentazione sono stati dirompenti al di là di ogni ragionevole aspettativa. Il progetto ha avuto una condivisione ampia e convinta che ci ha imposto di incontrare moltissimi medici e dirigenti delle Asl, i principali esponenti della sanità privata e diverse altre associazioni di categorie interessate. Altrettanta attenzione abbiamo ricevuto dalle più alte istituzioni pubbliche, nazionali e territoriali, alle quali manifestiamo il nostro più sentito e sincero ringraziamento. Abbiamo quindi affiancato una sorta di attività istituzionale a quella più consolidata di volontariato che la Fondazione svolge da oltre un decennio con le Domeniche del cuoregrazie al contributo di tanti colleghi.
  8. Vogliamo che il nostro sito diventi il punto di incontro delle esperienze di cui sopra, vogliamo farne massa critica e portare a conoscenza dell’opinione pubblica le tante buone pratiche che, negli ospedali e sul territorio, caratterizzano l’attività quotidiana del Servizio sanitario pubblico e privato, grazie alla professionalità ed alla intraprendenza di tanti colleghi costretti ad operare in situazioni difficili.
  9. È nostra convinzione, infatti, che una contronarrazione basata sulle buone pratiche, sui nuovi modelli di cura e sull’effetto emulativo che produrranno questi fattori, sia fondamentale per ristabilire il necessario rapporto di fiducia tra malati, ospedale, cittadini e Servizio Sanitario Nazionale, proprio a seguito della spinta riformatrice che vogliamo parta dall’interno del mondo sanitario per restituire ai malati quanto sinora è stato loro tolto e per valorizzare il grande patrimonio professionale e umano di medici e di operatori sanitari, patrimonio che rischia di essere travolto dalla medicina difensiva e impoverito dai relativi adempimenti burocratici che, per quanto necessari, tolgono spazi importanti all’attività clinica.

Massimo Massetti